L’intervista a Nino Lucarelli

NinoContinuiamo la nostra serie di chiacchierate con i protagonisti della trionfale stagione del Gragnano Calcio conversando con un altro dirigente della compagine gragnanese, Nino Lucarelli. Segretario, addetto stampa, creatore e responsabile della gestione del sito ufficiale ed all’occorrenza anche fotografo. Lucarelli è una di quelle figure che, pur agendo nell’ombra, risultano fondamentali per la gestione di una stagione sportiva di una società calcistica.

Con la Libertas Stabia hai militato per tanti anni in Eccellenza con buoni risultati e dopo la fusione con il Gragnano è arrivato il cambio di marcia giusto per vincere il campionato ed approdare finalmente in serie D. Quali sono le sensazioni dopo il trionfo?

Le stesse sensazioni che avevo già provato con La Libertas Stabia il 10 Maggio 2009, dopo un testa a testa con l’Atletico Nocera concludemmo in classifica a pari punti, poi li battemmo nello spareggio al “Partenio” di Avellino tornando in Eccellenza dopo un solo anno. Ecco quest’anno la stessa cosa è avvenuta con il Sant’Agnello. Fino a domenica scorsa tutto era ancora in bilico ma alla fine l’abbiamo spuntata noi, addirittura allungando il distacco in classifica, vincere un campionato regala sensazioni uniche in qualsiasi categoria.

Questa societá è nata coinvolgendo tanti professionisti del comprensorio, magari ci sará stato qualche alto e basso ma alla fine i risultati sul campo parlano chiaro. Come giudichi questa convivenza?

Tutte le convivenze sono difficili ed era normale che anche questa lo fosse, ma alla fine il buonsenso ha prevalso e si è trovata la quadra giusta. Tutti volevano raggiungere lo stesso obiettivo, in questo un grosso contributo l’ha dato il campo, i risultati hanno aiutato a mantenere sicuramente a galla la barca fino a renderla una corazzata inaffondabile.

Al timone della squadra l’estate scorsa é stato confermato Maurizio Coppola, una scelta che si è rivelata azzeccata. Qual’è la tua opinione sul Mister?

E mia abitudine collaborare in modo fattivo con l’allenatore della squadra da sempre con modulistica, statistiche e quant’altro possa servire da contorno al suo lavoro, pertanto conservo per tutto il periodo un buon rapporto con il trainer della squadra e con tutti loro ancora oggi c’è reciproca amicizia. Io sono un passionale per natura e mi affeziono molto alle persone che mi dimostrano affetto, con Maurizio Coppola il rapporto si è trasformato da calciatore ad allenatore, ma in entrambi i ruoli ha fatto benissimo. Quando questa estate ero indeciso sul da fare, una delle cose che mi ha fatto decidere è stato proprio il sapere che sarebbe rimasto alla guida tecnica.

La questione stadio. Pur non essendo di Gragnano hai vissuto inevitabilmente questa situazione, tante promesse e pochi fatti anche se in questi giorni sembra si stia muovendo qualcosa. Che ne pensi?

Mi fido di quello che mi è stato riferito da chi ha avuto contatti diretti con gli interessati, in primis dal Presidente Minopoli. La mia attività di dipendente pubblico mi fa guardare gli amministratori pubblici con occhio particolare, ma mai come questa volta mi auguro di vero cuore di avere torto, che le mie sensazioni siano sbagliate. Insomma mi auguro che non si tratti dell’ennesima promessa pre elettorale e che la prossima stagione possa iniziare con il piede giusto!

La Libertas era una societá che inevitabilmente per la presenza della Juve Stabia non aveva tanti tifosi al seguito. Com’é stato l’impatto con Gragnano e la sua tifoseria calda e numerosa?

Sicuramente quello che mancava! La spinta dagli spalti è normale che dia una carica diversa, ai calciatori prima di tutto, ma anche a chi gestisce. Non a caso le maggiori problematiche ci sono state quando i tifosi erano in contrasto con l’amministrazione Comunale e non seguivano la squadra in casa per protesta. Ecco sembrava proprio di seguire le gare della scorsa stagione con in campo la Libertas, tanta gente ma nessuno ad incoraggiare, sicuramente deprimente per atleti ed il resto degli addetti ai lavori, dirigenti compresi. Nel momento che tutto è ritornato nei giusti binari si sono anche messe a posto tante altre situazioni. Se sei seguito assumi un impegno morale nei loro confronti , non si poteva deludere tanta gente che vive in un territorio già di per se mortificato. La vittoria è stata una piccola soddisfazione per l’intera città e per il popolo gragnanese, tifoso e non tifoso!

Tante belle vittorie, tante belle partite durante questa stagione. Una alla quale sei piú affezionato?

Ogni vittoria racchiude di per se un ricordo positivo, sicuramente le tante vittorie ottenute all’ultimo istante danno doppia soddisfazione e quest’anno sono state veramente tante, segno di una grande preparazione fisica e mentale ma sopratutto di conoscenza della propria forza. Dalla gara casalinga con il Faiano, con l’epico ribaltone da 0-1 al 2-1 in 9 uomini, alla gara di ritorno con gli stessi con la vittoria al 90′ su rigore. Un aneddoto sfizioso è legato alla gara in casa del San Tommaso. Eravamo tutti nello stesso settore, di fianco avevo un dirigente della squadra di casa ed eravamo al novantesimo quando questi gridò ai suoi di stare attenti perché vincevamo spesso al novantacinquesimo. Io mi girai e gli dissi che anche quel giorno sarebbe accaduta la stessa cosa …vincemmo con un gol di Sebastiano Esposito all’ultimo minuto di recupero, peccato che l’arbitro ne avesse concesso solo tre!

Un pensiero finale verso la prossima stagione.

In parte penso di avere risposto in precedenza. La riconsegna dello stadio è di primaria importanza, avere una casa è fondamentale, quest’anno tutti hanno parlato della difficoltà di giocare le gare prima al “Menti” e poi a Pimonte. Questo è stato un minimo problema, il vero handicap che questi ragazzi hanno dovuto superare è stato quello di sobbarcarsi ogni giorno chilometri ed infinite code di traffico per andare a Torre del Greco ad allenarsi, su un campo ai piedi del Vesuvio, tra l’altro di misure inferiori a quelle regolamentari. Inoltre è necessario che si facciano avanti forze fresche, il prossimo campionato richiederà uno sforzo economico di gran lunga superiore di quello attuale, ieri il vice presidente Catello Fattoruso chiudeva la sua intervista dicendo che le parole le porta via il vento, bene io aggiungo che “Senza denari non si cantano messe “. Gennaro De Stefano