L’intervista ad Aniello Vitiello

DSCF8703Nel nostro viaggio all’interno del Gragnano Calcio non poteva mancare una chiacchierata con uno dei leader tecnici della squadra gialloblè, Aniello Vitiello. Il centrocampista, classe 1987, sia nel 4-3-3 che nel 3-5-2 è stato l’indispensabile perno centrale, capace di proteggere la difesa con maestria rubando palloni su palloni ma anche abile nell’impostare l’azione da dietro grazie ad una tecnica più che discreta. Caratteristiche queste che d’altronde gli hanno permesso in passato di giocare con continuità in categorie superiori (oltre settanta presenze in C2 con Vibonese e Manfredonia tra il 2006 e il 2010).

Pur avendo vissuto annate importanti, mi pare di capire che anche quella di quest’anno sia stata particolarmente soddisfacente per te.

“Si, vincere è sempre emozionante, a prescindere dalla categoria. Regalare poi una promozione storica a gente che lo merita come quella di Gragnano rende tutto ancora più bello”.

C’é stato un episodio, un momento, una partita, in cui hai capito che poteva essere un anno buono per raggiungere un traguardo importante come la vittoria del campionato?

“Mi è bastato vedere ad inizio anno i nomi dei miei compagni di squadra. Eravamo consapevoli di avere una squadra con grandi potenzialità. Per quanto riguarda le partite, direi la vittoria al 93’ contro il Faiano in nove contro undici grazie ad un mio calcio di rigore, quella a Pontecagnano alla ripresa del campionato dopo venti giorni che sostanzialmente non ci allenavamo e poi paradossalmente la sconfitta contro il Sant’Agnello al termine di una prestazione comunque di alto livello. Inoltre mi piace sottolineare l’importanza dell’incontro con i tifosi a fine 2014. Chi c’era sa quanto ci è servita quella riunione! “

Il Ds Cipriano Coppola nella sua intervista mi disse che l’ingaggio che più lo fece penare fu proprio il tuo. C’é qualche retroscena che vuoi raccontare? Cosa ti ha convinto alla fine a scegliere Gragnano?

“Inizialmente ero a Torrecuso, mi cercava la Scafatese in Serie D ed onestamente non ero convinto di scendere di nuovo in Eccellenza. Poi mi sono informato sulle persone coinvolte nel progetto Gragnano e mi sono convinto anche per la presenza del mio fraterno amico Martone. A posteriori posso dire di aver fatto la scelta giusta”.

Destino ha voluto che la promozione matematica arrivasse a Vico Equense dove, proprio con Martone e Polverino, hai militato nel 2012/2013. Ti ha dato una soddisfazione particolare vincere matematicamente in casa dei vicani?

“Onestamente non l’ho vissuta come una rivincita, in quei momenti pensavo solamente a gioire per la vittoria insieme ai gragnanesi accorsi in massa a Vico. In quella stagione fuori dal campo ci furono davvero tanti problemi ma noi giocatori sul rettangolo di gioco riuscimmo a compattarci e a dare il nostro meglio, proprio come accaduto quest’anno”.

Ora giustamente ci si gode il trionfo ma all’orizzonte c’è già una nuova sfida, la serie D. Tu che hai giocato in questa categoria, quali pensi che siano le differenze con l’Eccellenza?

“La serie D è molto diversa dall’Eccellenza. Un mio caro amico mi diceva, tra il serio ed il faceto, che ci sono dieci categorie di differenza. Non sarà facile, bisognerà attrezzarsi per tempo”. Gennaro De Stefano