“L’Intervista”: Aniello Vitiello

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Ogni squadra di calcio che si rispetti ha bisogno di un giocatore in mezzo al campo che funga da equilibratore e che si assuma la responsabilità di gestire il pallone quando scotta, quando il pressing degli avversari diventa asfissiante. Nel Gragnano, da un anno e mezzo a questa parte, questo ruolo è impersonato ad altissimi livelli da Aniello Vitiello. Cervello e play davanti alla difesa, capace sia di iniziare l’azione con sapienza che di rendersi utili in fase di non possesso e di recupero del pallone. Lo abbiamo incontrato in questa settimana prima dell’inizio dell’ultima decisiva fase del campionato.

Ciao Aniello! Siamo arrivati allo sprint finale, dopo un mese di marzo caratterizzato da ben due soste, mancano sei gare alla fine e abbiamo quattro punti di vantaggio sulla zona play out. Come va approcciata quest’ultima fase della stagione?

Non dobbiamo cambiare nulla rispetto alla nostra classica routine e preparare le gare con attenzione e con la consapevolezza che sono sempre di meno così come i punti in palio. Le soste sono sempre difficili da valutare, se una squadra è reduce da risultati positivi allora preferisce continuare a giocare senza fermarsi e viceversa. Per quanto ci riguarda sono state settimane di giusto riposo alternate ad un duro lavoro sul campo per preparare quest’ultimo sprint. Soprattutto però è stato un periodo che ci è servito per riaffermare tra di noi, nel gruppo, che dobbiamo continuare sulla strada che abbiamo tracciato per poter raggiungere il nostro obiettivo. Senza cali di tensione.

Venerdì scorso la società ha organizzato il 1^ triangolare “Città di Gragnano” con Napoli Primavera e AZ Picerno. Nei giorni precedenti ti eri recato in visita nelle scuole cittadine insieme a capitan Martone e a Panariello. Immagino siano state giornate emozionanti.

Si, assolutamente! Manifestazioni come quella di venerdì sono sempre bene accette, a maggior ragione quando è la propria società ad organizzarle. Mi auguro che la prossima volta possa esserci ancora più gente, soprattutto ragazzi. Sulla visita nelle scuole che dire, una bellissima esperienza. Davvero emozionante vedere nel volto degli studenti l’emozione mentre ci ascoltavano parlare di ciò che per noi rappresenta il calcio. Passione e divertimento.

L’anno scorso avete fatto la storia della Gragnano calcistica vincendo il campionato di Eccellenza e regalando una gioia immensa al popolo gialloblè. Quest’anno avete la possibilità di ripetervi conquistando la salvezza in serie D. È un ulteriore stimolo sapere quante persone vi seguono e vi supportano per arrivare all’obiettivo?

Un calciatore, per definirsi davvero tale, gli stimoli li deve trovare sempre, anche negli allenamenti. A volte però è grazie ai tifosi che ti seguono e ti incitano che riesci a trovare quelle energie nascoste che fanno la differenza. Noi siamo consapevoli che in questo momento tante persone ci stanno seguendo con il cuore ma devo ammettere che giocare in casa con i nostri tifosi è qualcosa che ci manca molto.

Dopo la controversa espulsione con la Reggina, domenica tornerai nel cuore del centrocampo a guidare i tuoi compagni, in una sfida, quella contro la Gelbison, tutt’altro che semplice vista anche la loro posizione in classifica. Quali sono trappole di questo confronto?

Innanzitutto mi preme sottolineare che più che controversa, l’espulsione contro la Reggina la definirei immeritata! Sono a disposizione di mister Coppola, se deciderà di farmi giocare sono pronto a dare il mio contributo come sempre. La Gelbison è una squadra di tutto rispetto, con tanti calciatori di valore. A mio modo di vedere se non avesse avuto tanti problemi all’inizio, ora sarebbe nelle prime sei /sette posizioni della classifica. Trappole vere e proprie non ce ne sono, dobbiamo essere consapevoli che i nostri avversari daranno tutto e noi dovremo riuscire a mettere in campo ancora più voglia ed applicazione per portare a casa punti utili per la permanenza in D.

Ufficio Stampa Gragnano Calcio – Gennaro De Stefano