L’intervista a Michele Loreto

2 loreto micheleCome un architetto, quando progetta una casa, per prima cosa pensa a porre delle solide fondamenta, allo stesso modo i direttori sportivi delle società di calcio in estate, quando iniziano ad operare sul mercato, si preoccupano di costruire una difesa forte, la base per ogni squadra che mira a ben figurare. Di questo stesso avviso è Cipriano Coppola, D.S. del Gragnano Calcio, che quest’anno ha raggiunto l’obiettivo affidando la difesa alle sapienti mani, o meglio ai sapienti piedi, di Leonardo Gargiulo e di Michele Loreto. Quest’ultimo, classe 1986, è un difensore centrale dotato di grande fisico e senso della posizione che si è distinto per prestazioni e leadership confermandosi come uno dei migliori difensori della categoria. Un’annata da record che ha riportato la compagine gialloblè in serie D dopo otto lunghi anni e che Loreto ricorderà per sempre. “Vincere battendo tutti i record è davvero gratificante. Quando riesci a totalizzare 61 reti subendone solamente 19, un risultato positivo deve arrivare per forza di cose. Il duro lavoro alla fine paga. Come gruppo abbiamo remato tutti dalla stessa parte nonostante le tante difficoltà”. Un gruppo guidato alla perfezione da mister Maurizio Coppola. “Era un vincente da calciatore, non poteva non esserlo anche da allenatore. In questa stagione è stato criticato addirittura dopo un’amichevole, in alcuni momenti noi calciatori abbiamo dovuto prendere le sue difese ma lo abbiamo fatto senza alcuna esitazione”. Insieme al “Ministro della Difesa” Leonardo Gargiulo, si sono imposti come la migliore coppia di centrali difensivi della categoria. “Sono solo due anni che giochiamo insieme ma abbiamo trovato subito una grande intesa. Giocare al suo fianco è davvero facile. Un esempio per tutti, non solo per gli under”. Eppure Michele era stato molto vicino alla Scafatese prima di tornare sui suoi passi e firmare per il Gragnano. “Si era praticamente fatta. Poi il pressing dell’allenatore, del grande massaggiatore Rosario e di tanti miei compagni mi ha convinto per cercare di migliorare, a Gragnano, quanto avevamo fatto l’anno precedente con la Libertas Stabia. Devo comunque ringraziare il direttore Buoninconti e il mister Incitti della Scafatese che hanno assecondato la mia decisione”. Sono arrivati quindi mesi importanti ricchi di soddisfazioni, collettive e personali. “Ho avuto la conferma dello spessore di questa squadra quando in casa contro il Faiano, siamo rimasti prima in dieci e poi in nove ma siamo riusciti comunque a ribaltare la partita e a vincerla. Da un punto di vista personale l’apice l’ho raggiunto a Sant’Antonio Abate, nel Derby d’andata, quando con un gol al volo di destro ho deciso la partita. Davvero indimenticabile!”. Un pensiero poi al futuro, al prossimo campionato di serie D. “Una categoria complicata. Bisogna affrontarla con organizzazione sia in campo che fuori. Indispensabile sarà il contributo dei tifosi che ci aiutano dandoci sempre la giusta carica per affrontare ogni avversario con grinta e concentrazione”. Gennaro De Stefano

L’intervista a Giacomo Polverino

IMG_5557Personalità da vendere, fisico prestante e un sinistro che disegna traiettorie deliziose. Bastano queste poche parole per descrivere nel migliore dei modi Giacomo Polverino, uno dei pilastri del Gragnano vincitore del girone B del campionato di Eccellenza. Classe 1987, Polverino ha già una solida carriera alle spalle con due puntate in Lega Pro, nel 2011/2012 con il Neapolis e nella seconda parte della scorsa stagione calcistica con l’U.S. Arzanese totalizzando nel complesso più di trenta presenze. Dopo un’estate in bilico tra Progreditur Marcianise e Turris, il giocatore era rimasto in serie D con l’Arzanese prima di approdare a dicembre in maglia gialloblè. Una questione di cuore per Giacomo, già protagonista a Gragnano nell’annata 2006/2007, quella della storica promozione in serie D battendo i siciliani del Carini nella finale dei play off (2-0 in casa dopo aver perduto 1-0 in Sicilia all’andata). Dolci ricordi per i tifosi gragnanesi che il giocatore ha contribuito a rinfrescare in questi mesi conseguendo nuovamente la serie D, stavolta però dominando il campionato. “Vincere un campionato, a Gragnano poi, è una grande emozione, difficile da spiegare a parole. In quel pomeriggio a Vico la mia gioia fu comunque contenuta perchè nel Real Vico Equense gioca un mio fraterno amico, Roberto Guadagnuolo. Un uomo, prima ancora che un calciatore, che merita ben altri palcoscenici. Ero quindi felice si ma anche un po’ dispiaciuto per lui”. Per un ragazzo così, che anche nei momenti di gioia si ferma a pensare agli amici usciti sconfitti dal terreno di gioco, non potevano che essere stati decisivi, per il ritorno nella “Citta della Pasta”, l’affetto e l’amore per la maglia. “Sono tornato a Gragnano per vari motivi. In primis perché sono innamorato di questa maglia, la porterò sempre nel cuore. Ha contribuito inoltre la presenza in rosa di Savino Martone ed Aniello Vitiello, con i quali due anni fa vinsi il campionato proprio a Vico Equense. Infine è stato decisivo il pressing asfissiante di un grande gragnanese, Nunziante Balestrieri. Mi contattava praticamente ogni giorno!”. Polverino non ha avuto quindi problemi a calarsi nella realtà dello spogliatoio gialloblè, anche grazie al tecnico Maurizio Coppola. “Uno spogliatoio di ragazzi eccezionali. Il mister è stato assolutamente decisivo, magistrale nel gestire le difficoltà e comprendendo tante volte gli umori di un gruppo con tante personalità forti”. Un giocatore eclettico, che fa la fortuna di ogni allenatore. In poco più di quattro mesi si è ritrovato a giocare praticamente in ogni ruolo della difesa e poi anche a centrocampo, nelle ultime decisive partite. “Si, posso giocare un po’ dappertutto ma il ruolo che mi piace di più è quello di interno di centrocampo perché posso sfruttare le mie qualità sia al servizio dei compagni che in proprio in zona gol”. Settimane intense, alla caccia di  un primato prima perso e poi ritrovato. Due sono le partite chiave secondo Polverino. “Innanzitutto, paradossalmente, la sconfitta nello scontro diretto contro il Sant’Agnello. Nonostante il risultato, dimostrammo di essere superiori. Poi sicuramente il Derby contro il Sant’Antonio Abate, il match a cui i tifosi tenevano di più”. I tifosi appunto, una componente chiave per ogni successo. “Sono stati magnifici nonostante i tanti divieti, che a volte ci sono sembrati fin troppo esagerati. Forse qualcuno soffre un po’ la piazza di Gragnano. Per questo motivo comunque sono ancora più contento di aver vinto”. L’anno prossimo per i gialloblè sarà serie D, una categoria che il tuttofare napoletano conosce bene. “E’ indubbiamente diverso rispetto all’Eccellenza. Ci sono piazze importanti, storiche. A mio avviso la differenza in D la fanno i giovani forti. Noi da questo punto di vista siamo già messi bene, abbiamo ragazzi con qualità importanti che possono crescere insieme ai giocatori più esperti, da Martone a Vitiello passando per Gargiulo, Loreto, Carotenuto, Di Ruocco e tanti altri, che secondo me possono fare la D ad occhi chiusi”Gennaro De Stefano

L’intervista ad Aniello Vitiello

DSCF8703Nel nostro viaggio all’interno del Gragnano Calcio non poteva mancare una chiacchierata con uno dei leader tecnici della squadra gialloblè, Aniello Vitiello. Il centrocampista, classe 1987, sia nel 4-3-3 che nel 3-5-2 è stato l’indispensabile perno centrale, capace di proteggere la difesa con maestria rubando palloni su palloni ma anche abile nell’impostare l’azione da dietro grazie ad una tecnica più che discreta. Caratteristiche queste che d’altronde gli hanno permesso in passato di giocare con continuità in categorie superiori (oltre settanta presenze in C2 con Vibonese e Manfredonia tra il 2006 e il 2010).

Pur avendo vissuto annate importanti, mi pare di capire che anche quella di quest’anno sia stata particolarmente soddisfacente per te.

“Si, vincere è sempre emozionante, a prescindere dalla categoria. Regalare poi una promozione storica a gente che lo merita come quella di Gragnano rende tutto ancora più bello”.

C’é stato un episodio, un momento, una partita, in cui hai capito che poteva essere un anno buono per raggiungere un traguardo importante come la vittoria del campionato?

“Mi è bastato vedere ad inizio anno i nomi dei miei compagni di squadra. Eravamo consapevoli di avere una squadra con grandi potenzialità. Per quanto riguarda le partite, direi la vittoria al 93’ contro il Faiano in nove contro undici grazie ad un mio calcio di rigore, quella a Pontecagnano alla ripresa del campionato dopo venti giorni che sostanzialmente non ci allenavamo e poi paradossalmente la sconfitta contro il Sant’Agnello al termine di una prestazione comunque di alto livello. Inoltre mi piace sottolineare l’importanza dell’incontro con i tifosi a fine 2014. Chi c’era sa quanto ci è servita quella riunione! “

Il Ds Cipriano Coppola nella sua intervista mi disse che l’ingaggio che più lo fece penare fu proprio il tuo. C’é qualche retroscena che vuoi raccontare? Cosa ti ha convinto alla fine a scegliere Gragnano?

“Inizialmente ero a Torrecuso, mi cercava la Scafatese in Serie D ed onestamente non ero convinto di scendere di nuovo in Eccellenza. Poi mi sono informato sulle persone coinvolte nel progetto Gragnano e mi sono convinto anche per la presenza del mio fraterno amico Martone. A posteriori posso dire di aver fatto la scelta giusta”.

Destino ha voluto che la promozione matematica arrivasse a Vico Equense dove, proprio con Martone e Polverino, hai militato nel 2012/2013. Ti ha dato una soddisfazione particolare vincere matematicamente in casa dei vicani?

“Onestamente non l’ho vissuta come una rivincita, in quei momenti pensavo solamente a gioire per la vittoria insieme ai gragnanesi accorsi in massa a Vico. In quella stagione fuori dal campo ci furono davvero tanti problemi ma noi giocatori sul rettangolo di gioco riuscimmo a compattarci e a dare il nostro meglio, proprio come accaduto quest’anno”.

Ora giustamente ci si gode il trionfo ma all’orizzonte c’è già una nuova sfida, la serie D. Tu che hai giocato in questa categoria, quali pensi che siano le differenze con l’Eccellenza?

“La serie D è molto diversa dall’Eccellenza. Un mio caro amico mi diceva, tra il serio ed il faceto, che ci sono dieci categorie di differenza. Non sarà facile, bisognerà attrezzarsi per tempo”. Gennaro De Stefano

I risultati degli spareggi del girone B

Scafatese –  Vico Equense  0 – 0 

Pertanto, la Scafatese passa alla finale Play –  off regionale ove incontrerà in trasferta il Sant’Agnello secondo classificato nella stagione regolare.

Massalubrense – Pontecagnano  2 – 2  ( Montaperto – Lauro – Lauro – Aiello )

Il pareggio alla fine dei 120′ premia il Massalubrense che è salvo, Real Pontecagnano retrocesso in Promozione .

L’intervista a Luca Borrelli, alias Borrellone

IMG_5610Continuiamo la nostra serie di interviste ai protagonisti della fantastica stagione del Gragnano Calcio con uno dei beniamini della tifoseria gragnanese, Luca Borrelli. Il centravanti, classe 1989, ha iniziato l’annata un po’ in sordina, chiuso da Marco Mazzeo. Borrelli però ha continuato ad allenarsi con serietà, dando tutto nei minuti che il tecnico Coppola gli concedeva e quando, a dicembre, è diventato titolare indiscusso ha dimostrato sul campo di meritare quel posto trascinando, con reti importanti, la squadra alla promozione in serie D.
Quello di quest’anno è il secondo campionato di Eccellenza che ti vede trionfare.
“Si, nel 2010-2011 vinsi con il CTL Campania ed ora con il Gragnano, posso affermare di avere il 100% di vittorie in Eccellenza. Anche stavolta è stato bello ed emozionante soprattutto perché la promozione è arrivata dopo mesi difficili per tutti”
Appunto, é stata una stagione piena di difficoltá, di ogni genere, ma alla fine siete riusciti ad avere la meglio sulla concorrenza disputando un annata eccezionale. Qual’é stato il segreto secondo te?
“Noi calciatori abbiamo dimostrato di essere uomini veri, di volerci bene davvero e proprio il nostro essere una vera famiglia ha fatto la differenza rispetto alle rivali. Il gruppo è stato il nostro segreto”
Nella seconda parte sei stato sicuramente uno dei protagonisti segnando anche tante reti importanti. A quale sei piú legato?
“Sono riuscito a mettere a segno gol pesanti ma quello a cui tengo di più è quello nel Derby contro il Sant’Antonio Abate. Una partita molto sentita in campo e fuori”.
Come partite invece, quale ti ha dato più soddisfazione?
“Senza dubbio la partita di andata contro il Faiano. Sotto 1-0 ed in 10 e poi addirittura in 9 siamo riusciti a ribaltare la gara ed a vincere conquistando il primato in classifica. Una grande prova di forza. Anche nello scontro diretto contro il Sant’Agnello facemmo bene, non meritavamo di perdere. Alla fine possiamo dire che la “guerra” l’abbiamo vinta noi!”
Per un attaccante con le tue caratteristiche com’é giocare in una squadra cosí tecnica come quella di quest’anno, che puntava sempre a dominare la partita?
“Giocare con giocatori del calibro di Martone, Vitiello, Polverino, Chierchia, Carotenuto e potrei continuare all’infinito, è come giocare alla playstation. Grazie a loro sono arrivato alla doppia cifra, un traguardo personale per il quale li ringrazio tutti”.
Hai avuto un grande rapporto con i tifosi, probabilmente perché hai un carattere forte e passionale come tanti di loro. Cosa ti senti di dirgli, anche in previsione della prossima stagione quando, si spera, avranno finalmente uno stadio tutto loro?
“I tifosi sono stati davvero straordinari nonostante le difficoltà, i divieti che troppo spesso non gli hanno permesso di seguirci. Spero che il “San Michele” sia pronto al più presto, se lo meritano. Io mi sono tatuato lo scudetto del Gragnano sul braccio e mi sento di fare una promessa, finchè qui esisterà una squadra di calcio io sarò in prima linea a lottare per questa maglia e per questi colori perché…Gragnano é con me nella mia testa!” Gennaro De Stefano